martedì 15 aprile 2008

Siamo pronti

Un governo dell’opposizione per aprire una dialettica nuova con l’esecutivo di centrodestra. E’ questa l’idea lanciata oggi in conferenza stampa da Walter Veltroni per continuare l’opera di europeizzazione del quadro politico italiano. “Avrà lo stesso numero di ministri del governo che si insedierà a Palazzo Chigi e in ogni decisione che esso prenderà stabilirà un nuovo rapporto dialettico. Il governo ombra – o shadow cabinet, come viene definito nei paesi anglosassoni – esiste in tutte le democrazie più avanzate”.


E’ sereno il segretario del PD, il giorno dopo la sconfitta elettorale. Come già aveva fatto ieri, ammette che il risultato è “inequivoco” e che la coalizione formata da Pdl, Lega Nord e Movimento per le Autonomie, “avrà il dovere e l’onore di governare il Paese”. Parlando davanti ai giornalisti nella sala predisposta vicino al quartier generale del PD, Veltroni fa un punto per analizzare i dati elettorali e per ribadire che ciò quanto avviato in campagna elettorale dovrà ora essere proseguito ed accentuato.

“Abbiamo ottenuto un risultato importante – dice Veltroni – tenuto conto che partivamo da una situazione difficilissima e che (dati Ipsos alla mano, ndr) a giugno del 2007 la differenza il distacco tra centrodestra e centrosinistra era di 18 punti percentuali”. Il leader del PD fa notare in particolare il voto “nelle grandi città, in molte delle quali siamo la prima forza”. Cita l’esempio di Roma e di Firenze. Parla del dato sorprendente di Milano, dove “siamo al 33%”. Insomma, sottolinea il segretario del PD, nonostante la sconfitta, dalle urne esce “la più grande forza riformista che il Paese abbia conosciuto”.

Al tempo stesso, Veltroni non si nasconde i punti di criticità che il voto ha palesato. In particolare è “l’Italia profonda”, l’Italia per così dire di provincia, che sembra non aver recepito il messaggio di rinnovamento lanciato dal PD. “Non ci accompagna ancora – spiega il segretario – il necessario radicamento nella parte più profonda del Paese”. Il voto della provincia è stata una delle cause più eclatanti del successo della destra, soprattutto nel Nord, dove la Lega è riuscita ad intercettare molti voti, facendosi interprete di molti dei disagi e dei problemi dei cittadini.

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